Monday, September 13, 2010

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Mal d'amore e appagamento spirituale


It is not love having to get on the dock as head of our penis . The real culprits are all illusions that stuck me. Are figlie della nostra mente che imbriglia malamente questa emozione e la vuol comprimere dentro pensieri troppo angusti, che fa di tutto per addomesticare il sentimento amoroso, sino ad asfissiarlo in un labirinto di convinzioni deliranti. E ha la pretesa patetica di ricevere certezze rassicuranti dell'amore che è - afferma magistralmente T. de Chardin - "la più misteriosa delle energie cosmiche".
Le "convinzioni infondate" sono al'origine di tante nostre pene d'amore: "Il nostro amore durerà per tutta la vita...Non è possibile che mi trasdisca, non ne è capace...Dopo di lui la mia vita è finita, non potrò mai amare nessun'altro...Se mi ama veramente tocca a lui preoccuparsi di farmi felice...".
Psiche, la più bella tra le donne può incontrare Eros, il dio dell'Amore, solo di notte, al buio. Non lo può vedere in volto, pena perderlo per sempre. La metafora dice che l'amore deve rimanere ammantato dal mistero... Dell'amore non possiamo fare a meno, è il nostro carburante naturale. L'amore è una fiamma che si accende in noi. Mentre i nostri interlocutori e le vicende amorose sono "solo" la legna necessaria a questo processo. Attenzione a non confonderci! L'importante è accendersi d'amore, non tanto accendersi "per qualcuno" o che "qualcuno" si accenda per noi. Quindi soffrire di pene amorose è tutt'altro che un destino già scritto.

Il grande amore? Un sogno, un mito, ma soprattutto una favola. Altro che Romeo and Juliet, Love in the Time of reality seems to be relegated only to film and literature. Love Today, the one with the capital, fewer believe it. Or at least, to admit that they look, dream and pursue it at all costs.
What we seek, however, is a love easily, safely, without effort, without suffering. Shallow? Maybe. Just to be safe and that no face shekespeariane suffer the pains of love. The capacity for love today seems to be really put to the test. In particular, more women seem to be disillusioned.

that we will be in the era of "Sex and the City, but the girls seem to have hardened, so that to suffer" more " is the stronger sex. In the face of abandonment and disappointment, the men seem to be more fragile, vulnerable. So much so that, if total is less than that admit of being passed through the ordeal of a broken heart (69% versus 82% of women), they are the ones who complain about the unbearable suffering. Not only that. The most vulnerable to the pains of love are no longer the teeneger or young Werther, but the thirty-quarentenni, perhaps frightened by the hypothesis of being alone and having to start again. Or simply, finally learn to look inward calling into question their own choices. In fact, the best method to alleviate the pains of love seems to be to jump immediately into a new story, to forget the previous one.

Or look for solace in comparisons with other stories that, like ours, are going to end badly. In short, joint pain halved, and very few can overcome the pain by getting to know yourself better, and maybe others. Much easier to let go to pessimism, correcting downward expectations, dreams and aspirations. Up to deny the very possibility of meeting for the first time, or again, the great love. The reason? Fear. Fear of suffering, of having to invest so much energy again risking new disappointments. Yet, despite everything, in the end the dream of a love is indispensable. And once
flies, especially the males seem to remain legati all'idea di trovare l'anima gemella. E le donne? Una su quattro non ne vuole proprio sapere. Non ne vale la pena. Molto meglio lasciare che siano gli uomini a soffrire, struggersi e versare lacrime amare. In fondo, qualche secolo di arretrati il gentil sesso lo può vantare.

"Se lo si giudica dalla maggior parte dei suoi effetti, l'amore assomiglia più all'odio che all'amicizia". Tutti noi sappiamo bene a cosa si riferisce questa massima di Rochefoucauld: ai tormenti dell'abbandono, all'amore del tradimento, ai morsi della gelosia, al dolore che impregna nel profondo l'amore come una componente essenziale, uno degli ingredienti che gli conferisce il suo caratteristico sapore. Non esistono amori sterili - dice Marguerite Yourcenar - le precauzioni non servono a niente, quando finisce, ogni amore lascia al fondo del nostro essere un orribile figlio: il dolore". Così come ci ha fatto toccare vette altissime di felicità e di piacere, con la stessa naturalezza, ci immerge negli abissi del dolore, ci fa sperimentare una sensazione di annientamente di disperazione.
Ma è davvero inevitabile soffrire per amore? Sembrerebbe proprio di sì, ma questa sofferenza ci rivela una parte di noi che solo l'amore, anche quello più infelice può illuminare.

Questa forza potente e irresistibile che ci spinge a oltrepassare i confini della nostra stessa individualità per andare incontro all'Altro, nasce da una tensione insisa nell'Universo stesso; love opens a door to infinity, goes beyond space and time, it makes us look out on eternity, an eternity that can last only a few days. As a dowser, is very able to hunt down and animate all sources of energy that are sleeping inside. T. de Chardin, one of the greatest thinkers of our time, describes him as "a sacred reserve of energy," the same blood of spiritual evolution.
According to this author, the object of our passion is never just another, but the All, is our eternal quest for wholeness, completeness, is striving to enliven the infinite desire to be loved again and again, forever. And love makes us all take a step forward in questa evoluzione interiore, ci cambia profondamente, ci fa crescere e assaporare un pezzetto di mondo, di infinito. E quindi ogni amore è utile, costruttivo, nuovo, la sofferenza stessa che ci porta è una potente sostanza rivitalizzante che mette in crisi le nostre illusioni...

Da "Riza psicosomatica - n° 287"

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